Non comprenderete

Insegnamento 2024/26 del 10 novembre 2024 “Non comprenderete” (Is 6,9-13)

Cari amici,

a molti di voi ho confidato che la vocaizone di Isaia al capitolo 6, é un brano nel quale mi sono moltro ritrovato, Dio che chiede “chi manderó?” e il profeta che dice “manda me”. Anche io mi sono sentito un po’ cosí, di propormi per adare in nome di Dio, forse é un po’ da presuntuosi. Io comunque in presunzione ero ben dotato. Anni dopo aver sentito questo slancio di propormi a Dio, slancio a cui avevo giá dato corpo, entrando in seminario, fui preso dalla curiositá di andare a leggere la prosecuzione di questo brano, quindi Isaia capitolo 6 dal versetto 9 in poi, chiedendomi chi sa che cosa poi Dio aveva detto a Isaia di riferire al popolo. Ero pronto a trovarci qualche indicaizone per me. Pensavo che avrei trovato delle idee su come poteva essere la missione di parlare in nome di Dio. Potete forse immaginare la sorpresa e la crisi che mi prese quando lessi le parole che Dio dice a Isaia: «Va’ e riferisci a questo popolo: “Ascoltate pure, ma non comprenderete, osservate pure, ma non conoscerete”. Che senso aveva andare in nome di Dio a dire cose che gli altri non comprendono? E dirglielo pure in faccia: guara che non coprenderai. E lo slancio missionario per portare Gesú agli altri? Che senso aveva?

Dopo qualche giorno di rifelssione e preghiera ho pensato: “Ma se Dio mi dicesse di dire una cosa che mi pare assurda? Una cosa che io non direi mai? Casa farei?”. E in effetti, se volevo portare un messaggio da parte di Gesú, se volevo annuniciare il Vangelo dovevo poter dire anche cose che io non capivo. Questo lo vedevo corretto, nel riferire le parole di un altro, appunto riferisci, una parte la capisci, ma ci sono pure altre parti che potresti non capire, pensai che dovevo essere in grado di raccontare il Vengelo tutto intero.

Poi mi prese un’altra idea e cioé che il messaggio era anche per me, anche io potevo essere tra quelli che ascoltano ma non capiscono, osservano ma non conoscono, questa seconda idea mi ha influenzato molto.

Nell’ascoltare la paorla di Dio, rinnovo sempre questa consapevolezza: che io potrei non capire, che ci puó essere qualcosa che non conosco. Mi é cosí sucesso negli anni, di scoprire ad un tratto cose nuove in brani del Vangelo che avevo sentito tante volte e mi sono accorto che c’é una parte emotiva e affettiva che condiziona il mio accettare una veritá che mi viene detta. La paura di scoprire alcune veritá, accettare un fallimento o un errore dopo aver fatto tanto lavoro, scoprire che una cosa che speravo e su cui contavo era una illusione. Sono tanti i motivi che ho scorperto mi impediscono di vedere subito alcune veritá, della mia vita, di me stesso.

Ultimamente ció che piú mi ha colpito é scoprire di essermi sbagliato nel farmi una idea su alcune persone. La delusione é stata grande riguardo agli altri, ma anche riguardo a me stesso, mi sono chiesto come ho fatto a non capire prima. Aver vissuto tanti anni pensando una cosa e invece non era vera, pure nella Chiesa e in parrocchia, aver confidato in qualcuno che invece poi, magari pensado di far bene, ha fatto cose contro di me o contro altri. Certo subito cerchi di rimediare, di conforntarti per migliorare, ma il Vangelo mi ha dato una cosa essenziale: la speranza.

Perché quando leggevo la Parola di Dio e scoprivo veritá nuove, che al momento potevano anche essere difficili o dolorose, ogni volta l’effetto era poi positivo; di questi momenti molti li ho condivisi con voi.

Allora quando il mio servizio di cristiano, di sacerdote, non é efficace, e non riesco ad evangelizzare, penso che non ho capito qualcosa di cio che Dio sta facendo. La sintesi di questa situazione é la morte di Gesú in croce, dove sembra tutto inutile e perso. Se le cose vanno cosí, dopo le comprensibili reazioni di depressione e sgomento umano, mi chiedo: “da dove e come Dio fará rinascere la vita, in quella persona in quella storia?”

Cari amici vi invito a disporvi cosí nell’ascolto delle Parola di Dio, di attendere che Dio ci faccia cambiare idea sulle cose e sulle persone, chiedetelo nella preghiera. Ho visto che questo ci prepara poi nell’incontro con gli altre ad essere piú fedeli alla veritá, alla realtá della loro vita, a ció che Dio opera.

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