Oltre la Pentecoste 19
Spinti dal desiderio di fare di aiutare, importante puntare sulla conoscenza dell’altro per capire cosa fa bene all’altro. Anche noi come riceviamo? Siamo sinceri con Dio e gli altri? Come rispondiamo ai segni che Dio ci dà?
Spinti dal desiderio di fare di aiutare, importante puntare sulla conoscenza dell’altro per capire cosa fa bene all’altro. Anche noi come riceviamo? Siamo sinceri con Dio e gli altri? Come rispondiamo ai segni che Dio ci dà?
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Si ,” laviamo i panni sporchi in famiglia”.- parliamo e “laviamo” in famiglia, cogliamo l’opportunità, proprio perchè in famiglia, di eprimere i nostri pensieri ed accogliere quelli di altri, poi liberamente ognuno trarrà le proprie considerazioni perchè siamo meravigliosamente unici e l’opportuno o “politicamente corretto” in questa emergenza STONA con l’opportunità che ci è data di “convertirci”-Sono lieta che ci sia stato riferimento alle “7 pizze” perchè è verità, perchè tali pensieri “serpeggiano” e fanno male proprio ai “braccini corti” a cui proprio per il loro “limitato slancio di cui non conosciamo il perchè” va reso conto dei beni affidati.-Questo pensiero l’ho avuto anch’io e mi sto ponendo domande sulla “distribuzione del cibo” perchè questo è al momento; Una Distribuzione di cibo.- e torna alla mente una domanda dell’ultimo corso EAV : C’E’ DIFFERENZA NEL FORNIRE UN SERVIZIO SENZA FEDE O FORNIRLO CRISTIANAMENTE ?? A questa domanda Gesù risponde facendosi ultimo , DIVENTANDO SERVITORE …. .Abbiamo il grande dono dell’esperienza della mensa non come mera distribuzione di cibo ma scambio di AMORE con il fratello sia “povero” che di comunità.- credo si debba difendere questa esperienza non sull’efficienza ma sulla possibilità di mantenere una relazione concreta di scambio personale PROPRIO IN QUESTA EMERGENZA di ridotti spazi e relazioni.- 1 ipotesi : appuntamenti personalizzati dove poter si dare il pacchetto ma parlare, seduti e con gli occhi uno nell’altro, anche con i “furbetti”.- Grazie Vincenzo, grazie Parroco, anna
Scusa, se mi posso permettere ,l’esempio che hai dato delle 7 pizze non aiuta, a mio avviso, a motivare le persone che in questo periodo di pandemia hanno deciso di andare oltre il proprio egoismo contribuendo ad alleviare i disagi dei più bisognosi.Infatti nessuno di loro,io penso, dà il suo aiuto attingendo al superfluo ,ma attingendo a quello che serve e/o potrebbe servire al sostentamento personale e/o dei propri familiari.Non vorrei che il braccino di queste persone ,che era corto prima ,si accorciasse di nuovo ;va da se che i primi a rimetterci sarebbero proprio i più bisognosi ,cioè quelli che vogliamo ,tutti ,veramente aiutare. I panni sporchi ,dicevano i nostri nonni ,è meglio lavarli in famiglia. I poveri li avremo sempre con noi e li dobbiamo aiutare ; i furbetti anche li avremo sempre con noi ,dovremmo dare loro” le istruzioni per l’uso”in privato, perchè si convertano ; non c’è bisogno di esporli ad una gogna mediatica. Tutto questo naturalmente ,secondo la mia opinione.
Ti ringrazio per la segnalazione, dire “7” o “8” era simbolico, abbiamo cercato di verificare chiunque ci chiedeva più di “1”. Ho creduto necessario condividere questo criterio: siamo chiamati a verificare se il nostro aiuto è efficace e non metta la persone in una condizione peggiore di prima. Del fatto che ci sono dei “furbetti”, come affettuosamente li chiami tu, è importante che tutti ne siamo consapevoli. Spero che nessuno si scoraggi nel fare il bene, sapendo alcuni, che poi sono pochi, non sanno accogliere l’aiuto nel modo giusto.