Agnello che toglie i peccati. In che senso?
Insegnamento per le cellule di evangelizzazione 2024/21 del 6 ottobre 2024, (Salmo 139,23-24)
Cari amici,
Vorrei parlarvi di conversione, della conversione di cui parla l’annuncio del Vangelo, quindi una conversione che generi in noi una gioia. In passato in questo genere di riflessioni sarei partito probabilmente dalla spiegazione della parola, conversione significa cambiamento di direzione, cambiamento di mentalità. Però lo scorso anno leggendo un libro di Romano Guardini mi sono incontrato con questa frase: “pensiamo parole e non cose”. L’osservazione di Romano Guardini era rivolta soprattutto a noi preti, che quando parliamo di cose della fede, di Dio, ci orientiamo a spiegare delle parole, come la parola conversione, con altre parole, che però sono slegate da esperienze di vita, non sono legate a qualcosa che ci aiuti a vivere la fede, a vivere la relazione con Cristo.
Per questo motivo vorrei parlarvi della conversione attraverso il racconto di un mio piccolo episodio di conversione, di poche settimane fa, relativa alla preghiera dell’agnello di Dio.
Quando sentivo a messa “Agnello di Dio che togli i peccati del mondo”, capivo che si trattava di Gesù che ci salva dei peccati, ma l’immagine che avevo in testa era un’altra. Vedevo il mondo pieno dei peccati fatti dagli uomini e Gesù veniva e li cancellava. Se Gesù non fosse venuto sarebbe rimasto un conto da pagare, qualcun altro avrebbe dovuto espiare tutte le colpe degli uomini.
Questa idea penso venisse un po’ dell’ambiente che ho respirato da bambino, riguardo al male e alla sofferenza; ci doveva essere qualcuno che in qualche modo se li caricasse. L’immagine di Dio che ne vien fuori è brutta, il peccato è qualcosa che ferisce Dio e lui in qualche modo deve essere risarcito. Forse alcuni di voi un po’ sorrideranno di fronte a questa mia percezione così ingenua, così lontana dal Vangelo dove Gesù ci parla di Dio padre misericordioso.
Quello che mi sta a cuore è raccontarvi il cambiamento nel mio vivere quel momento. La realtà di Dio padre misericordioso mi è stata annunciata dalla chiesa e la vivo, ma quella preghiera mi svegliava quella percezione vecchia e la vivevo male non era per me un momento di crescita.
Qualche settimana fa a Messa mi è venuta un’idea in testa: Gesù toglie i peccati del mondo, ma non sono i peccati passati, quelli che imbrattano il mondo, ma sono i peccati futuri quelli che in questo momento sono nel cuore degli uomini, nel mio cuore. Fissando lo sguardo sull’agnello, su Gesù che vive la passione muore e risorge, vedo la conseguenza del peccato, che cioè Gesù viene ferito, ucciso. Anche il mio peccato in qualche modo ferisce, e uccide gli altri uomini, che sono miei fratelli.
Proprio guardando Gesù agnello sacrificato dagli uomini sulla croce, nel cuore mi nasce il desiderio di non fare altri peccati, di non ferire nessun altro uomo in quel modo. Questa idea ha cambiato il mio modo di vivere questa preghiera, che prima risvegliava in me un senso punitivo di Dio, la necessità che qualcuno pagasse e che Dio fosse soddisfatto da questo risarcimento, non che io pensassi questo ma la sensazione risvegliata era questa, i pensieri andavano ai mali che leggo sui giornali e nel cuore c’era la consolazione della promessa che Gesù arriverà e rimedierà.
Adesso vivo questa preghiera in una maniera che genera in me un desiderio di abbandonare quelli che so essere comportamenti miei che fanno male agli altri. Quel momento rafforza in me la volontà e la determinazione di cambiare il modo di agire della mia vita; i pensieri che risveglia in me sono una coscienza maggiore di ciò che faccio di non buono per gli altri e comincio ad avere idee su cosa fare di diverso.
Quelle che vi racconto è una piccola esperienza di conversione, un esempio; il mio desiderio è che possiamo arrivare ad una maggior facilità di condivisione su questo argomento, mi sembra che noi cristiani siamo più ferrati nel dire che Gesù ci salva, che nel dire dove il suo amore ha tolto il peccato che era in noi. Vi lascio una frase di un Salmo che mi ha aiutato molto da ragazzo, il Salmo 139,24 che dice “Scrutami Signore, vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via della vita.”, la nuova traduzione del 2008 mette “vedi se percorro una via di dolore e guidami per una via di eternità”. A me la traduzione “via di menzogna” mi ha aiutato tanto, mi motivava ad accogliere le correzioni di Dio.